Quando quasi un anno fa lanciammo la campagna I love Gabrio lo facemmo sulla base di pochi punti ben chiari: bonifica del Centro Sociale dall’amianto e continuità delle attività e della vita del Gabrio. Una posizione che conciliava il rispetto della salute pubblica con il rispetto di quasi 19 anni di occupazione. Una posizione che, da subito, ricercava il confronto: con i frequentatori del Centro, con il quartiere San Paolo-Cenisia, con la città. E anche con quelle istituzioni che pretendono di rappresentarci, non per il piacere della cosa in sé ma per coerenza in un percorso che cercava di coinvolgere tutti gli attori in campo, compreso il Comune formalmente proprietario dello stabile di via Revello. Stabile che, ricordiamo, lasciato all’incuria ha assunto nuova vita nel corso di questi 19 anni grazie alle/agli occupanti.
Abituati come siamo ad agire alla luce del sole, per noi la dimensione di qualsiasi confronto, con qualsiasi interlocutore non può che essere pubblica. Non abbiamo ambivalenze da nascondere e non ci vergogniamo delle nostre parole. Il nostro agire in questi anni ne è la dimostrazione.
Ora, per un periodo il Comune di Torino, tramite l’assessore competente Passoni ha parlato di noi (non con noi) rispondendo ad interpellanze presentate dai razzisti della Lega e con dichiarazioni a mezzo stampa, auspicando conciliazioni di sorta per la risoluzione del “problema” Gabrio. Poi, per mesi più niente. Nel frattempo veniva sottratta alla città, con un intervento militare in grande stile, l’area ex-Diatto, per consegnarla agli speculatori tanto cari al sindaco Fassino. Il CSA Murazzi, storico punto di aggregazione in riva al Po, veniva messo sotto sequestro, probabilmente, anche qui, per pseudo interventi di rivalutazione. Insomma, l’inizio dell’estate ha visto una escalation di azioni volte a mettere in silenzio voci critiche della gestione affaristica che ormai guida questa città.
In questo quadro, sicuramente non idilliaco, ecco che l’assessore Passoni chiede di incontrare gli/le occupanti del Gabrio. Combinazione? Sarà, certo che la tempistica è quanto mai sospetta…
Sia come sia, e non esattamente entusiasti ma coerenti con le nostre affermazioni, accettiamo la cosa ma ad una condizione che da sempre abbiamo dichiarato: qualsiasi confronto con il Comune sul Gabrio deve essere pubblico perché il centro sociale è un luogo pubblico frequentato da migliaia di persone ogni anno, e perché la questione della bonifica, e del futuro dell’area, riguarda tutto il quartiere. Lo dicevamo, lo ribadiamo. Ci si risponde che l’incontro invece deve essere privato, con al massimo una dichiarazione stampa finale. A noi questi giochetti non piacciono, queste mosse da politicanti le lasciamo volentieri in quei luoghi come il Comune dove il sotterfugio, la doppiezza è di casa. Dove pubblicamente si ci schiera con i più deboli e poi si permette che la gente finisca in mezzo a una strada. Luoghi che a parole preservano il bene pubblico salvo poi regalare la città alle banche. Luoghi dove l’ambiguità è cifra costituente.
È quindi la risposta a Passoni non può essere che una: se vuoi incontrarci lo devi fare pubblicamente. Perché ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Noi da sempre, non ci sottraiamo e spesso paghiamo in prima persona la nostra coerenza.
Se il Comune ha intenzione di bonificare via Revello, ci dica, a noi e al quartiere come e quando, in maniera precisa e puntuale. Dica esattamente come vuole agire sugli edifici e su tutta l’area. Perché, noi che amiamo il nostro quartiere, non vogliamo più vedere scene come quelle della demolizione della ex-Diatto, demolizione fatta in spregio di qualsiasi norma di sicurezza e di salute pubblica.
Se il Comune ha intenzione di sgomberare il Gabrio lo dica chiaramente senza sotterfugi di sorta, prendendosi la responsabilità del proprio agire.
Se ha delle proposte le comunichi, con la consapevolezza che non intendiamo snaturare il nostro essere soggetto politico con percorsi, associativi o simili, che non ci appartengono e non interessano.
Ma che sia chiaro a tutt*, se si porrà la questione Gabrio sul piano dell’ordine pubblico, ognuna delle parti in causa si prenderà la responsabilità del proprio agire.
E se qualcuno pensa che 19 anni di storia conflittuale e sociale di questa città possano essere cancellati con ruspe e camionette ha fatto male i propri conti. Ma proprio male.
Per il resto, caro Passoni, quando troverai il coraggio delle tua azioni (a dire il vero virtù rara tra i politicanti) noi siamo in via Revello. Le modalità le conosci.